Nei giorni scorsi, al cospetto del Senato, è stato presentato il nuovo rapporto Lottomatica-Censis in riferimento al gioco legale.
Secondo i dati raccolti, nell’ultimo anno quasi la metà degli italiani, il 37,8%, ha giocato ad uno o più giochi legali. Tra questi si attestano lotto, lotteria, superenalotto, scommesse sportive, ippiche, Bingo, giochi online, slot machine. In altre parole, 19 milioni di italiani hanno scelto il gioco legale durante la pandemia e questa è la dimostrazione che il gioco è un’attività che può essere praticata in maniera responsabile, senza rinunciare al divertimento.
I giocatori sono distribuiti in maniera trasversale nel territorio italiano, in base a gruppi sociali e territorio. Gli anziani (18%) giocano meno rispetto a giovani (45,2%) e adulti (45,4%), al Sud e nelle isole (42,4%) si gioca di più che al Nord.
Compito dello Stato gestire il gioco legale, ma senza divieti
Inoltre, più dell’80% degli italiani è dell’opinione che sia compito dello Stato gestire il gioco legale, nonché quello di sensibilizzare e informare sui rischi di dipendenza dal gioco, a patto che l’individuo sia poi libero di decidere se giocare o meno. La ludopatia è un tema spinoso, che va risolto prima di tutto ammettendo l’esistenza di tale patologia, dunque un’azione da parte del sistema sanitario si rivela fondamentale. Anche la qualità e l’affidabilità dei concessionari autorizzati si rivela cruciale per più del 70% della popolazione.
La lotta al gioco illegale non deve necessariamente comportare limitazioni al comparto legale in quanto ciò potrebbe scatenare un aumento delle attività illecite, questa l’opinione del 59,8% degli italiani. Solo il 28,9% pensa, invece, che un ipotetico divieto di giocare potrebbe ridurre significativamente i giocatori illegali.
Raccolta complessiva in calo del 20%, bene l’online ma aumenta l’illegale
I dati sulla raccolta complessiva del settore mostrano una cifra che si aggira intorno agli 88,6 miliardi di euro nel 2020, di cui 13 miliardi di euro rappresentano la spesa sostenuta. La crisi del settore scatenata dalla pandemia è evidente, se si confrontano tali dati rispetto al 2019: la raccolta complessiva ha subito un calo di -22,2 miliardi di euro (-20%), le vincite -15,7 miliardi di euro (-17,2%), l’erario -4,1 miliardi (-36,3%), i ricavi delle imprese del settore -2,3 miliardi di euro (-28,9%). Questa situazione, però, ha avuto conseguenze positive sul settore dell’online, grazie al traino dei casinò online sicuri ADM AAMS: la raccolta a distanza ha raggiunto 49,2 miliardi di euro, +12,8 miliardi di euro rispetto al 2019 (+35,3%), quella fisica si è arrestata a 39,1 miliardi di euro (-35 miliardi di euro rispetto al 2019, -47,2%).
Nel corso della pandemia è stato inoltre confermato un nesso tra la caduta del gioco legale e l’aumento di quello illegale, confermato anche dall’incremento delle operazioni di contrasto da parte delle forze dell’ordine. Nel 2019 le cifre del gioco illegale si aggiravano intorno ai 12 miliardi di euro, nel 2020 sono salite a 18 miliardi (+50%). Nel 2021 si rischia di raggiungere i 20 miliardi di euro.
Necessaria la separazione tra i due comparti e riconoscimento della ludopatia
Paola Severino Professore di Diritto penale dell’Università Luiss Guido Carli, è intervenuta del corso della presentazione ribadendo la necessità di una separazione netta tra il comparto legale e quello illegale: “Bisogna riconoscere e tenere ben distinti i due fenomeni del gioco legale e illegale. Non c’è nulla di perverso o negativo nel gioco. Giocare fa bene, farlo oltre misura rappresenta qualcosa di culturalmente negativo. Il gioco legale è l’argine più solido a quello illegale, lo dimostra quanto successo con la pandemia. Il concessionario è il migliore alleato della legalità. I risultati sono possibili solo se una vera e propria partnership tra pubblico e privato funziona”.
In conclusione, Giuseppe De Rita, Presidente Censis, ribadisce l’importanza di un intervento corretto dello Stato: “Il gioco è un fenomeno sociale e come tale va trattato. Oggi scattano nella società 3 elementi: il primo è che il gioco esiste, in secondo luogo va considerato il rapporto tra il gioco a distanza e l’elemento di irrazionalità che spesso c’è nel gioco stesso e che scatena la ludopatia, il terzo elemento fondamentale è il rapporto tra gioco illegale e quello legale. Lo Stato deve intervenire operando attraverso la rete dei concessionari, senza limitarli. Non dobbiamo aver paura delle paure che circolano sull’argomento: ludopatia e gioco illegale. Queste vanno marginalizzate, rendendo il sistema legale, trasparente, presente e qualificato sul territorio, il tutto tramite una rete”.
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