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by Silvia Urso
Aggiornato: 3 anni fa 5022
Gaminginsider-News-Giuseppe Conte

Il decreto Ristori bis contiene nuovi aiuti per i settori colpiti dalle misure restrittive entrate in vigore: quindi sostegno a commercianti, ristoratori e partite Iva, anche a seconda della zona in cui si trovano. Ad esempio, le attività costrette a chiudere della zona rossa potrebbero ricevere anche indennizzi del 200%. Da parte degli operatori del gioco pubblico, sale giochi e gestori di apparecchi da intrattenimento chiedono l’inserimento del Codice Ateco 92.00.02.

Nel primo Decreto Ristori è stato introdotto il Codice Ateco 92.00.09 con aiuti fino al 200% per attività connesse con le lotterie e le scommesse (comprende le sale bingo). Questa classificazione riguarda: gestione di sale da gioco virtuali su internet, attività di bookmaker e scommesse, sale bingo, scommesse sulle corse, ideazione giochi e concorsi a premio, gestione dei casinò lasciando quindi fuori sale slot e gestori di apparecchi da intrattenimento che ora chiedono di essere inseriti nelle nuove misure.

Nello specifico, stando a quanto emerge dalla Commissione Finanze della Camera, risulta che le attività a cui è stato assegnato un ristoro siano 1.478. Ad ognuna di queste, mediamente, è arrivato un contributo a fondo perduto di circa 4.986 euro.

I bonifici, fa sapere il Mef, sono stati disposti lo scorso 6 novembre, ossia decorsi nove giorni dall’emanazione del decreto-legge n. 137 del 2020, avvenuta il 28 ottobre 2020. In particolare sono stati inviati i mandati di pagamento per un importo totale di 964,8 milioni di euro a favore delle 211.488 imprese più colpite dalle misure di contenimento della seconda ondata dell’epidemia COVID-19.

In base all’elenco dei codici pubblicato in Gazzetta le attività ammesse all’indennizzo sono quelle che svolgono (gestione di sale da gioco virtuali su internet, attività di bookmaker e scommesse, scommesse sulle corse, sale bingo, gestione di casinò, inclusi i casinò galleggianti, ideazione di giochi e concorsi a premi, croupier indipendenti).

Ma le imprese che hanno fatto richiesta risultano essere molte di più. A quanto risulta infatti, molte di queste stanno ancora aspettando una risposta dalla Agenzia delle Entrate.

Slittano, inoltre, il versamento canone concessorio e gli acconti PREU: è quanto prevede una circolare dell’ADM in cui si fa riferimento alla particolare situazione derivante dal blocco degli apparecchi per l’emergenza COVID.

La confusione insomma non manca. Le imprese confidano in un ravvedimento del legislatore, le associazioni si sono già mobilitate, ma inevitabilmente, nella migliore delle ipotesi, i tempi si allungheranno inevitabilmente rispetto alle rassicurazioni del ministro Gualtieri.

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