Ecco i casi della Germania e dell’EGBA, che varano riforme importanti a tutela della comunicazione del gambling. Mentre in Italia si limita.
Mentre in Italia la pubblicità sul gioco viene bandita, e a luglio 2020 sono scaduti gli ultimi contratti in essere prorogati un anno fa, in giro per l’Europa si attuano riforme mirate a migliorare la comunicazione e l’informazione in questo settore.
È il caso ad esempio della Germania, dove il Ministero degli interni, delle aree rurali, integrazione e pari opportunità dello Stato dello Schleswig-Holstein ha stipulato con il DVTM, ovvero l’Associazione tedesca per le telecomunicazioni e i media, e lo ZAW, l’Associazione centrale dell’industria tedesca della pubblicità si sono venuti incontro e hanno raggiunto un accordo. Si tratta infatti di un modello di autoregolamentazione che riesce a garantire la pubblicità ai servizi di gioco d’azzardo per tutte le aziende e gli operatori nello Schleswig-Holstein, uno dei sedici stati federati della Germania.
Nel pratico l’accordo prevede che la pubblicità sia limitata da un punto di vista temporale (si parla di un massimo di 17 mila minuti al mese), con una quota mensile che rappresenta il massimo assoluto che tutte le aziende del gambling possono utilizzare per pubblicizzare in chiaro nazionale i propri servizi. Il modello permette anche il volume della pubblicità nazionale dello Schleswig-Holstein corrisponda o superi quello della pubblicità televisiva nazionale.
A monitorare su tutto questo sarà DVTM, che attraverso lo studio di dati neutrali sui media riesce e riferire regolarmente alle autorità competente in materia di gioco. In questa maniera si sono potute smentire una serie di notizie false che erano circolate sui media nazionali e che avevano sottolineato l’aumento della pubblicità ai siti d’azzardo online. “Slogan manipolatori usati per fare politica”, in questa maniera l’associazione tedesca per le telecomunicazioni e i media ha commentato la vicenda, soffermandosi anche sul fatto che il principio guida della loro associazione sia quello di trovare soluzioni pragmatiche e responsabili e non quello di farsi la guerra gli uni contro gli altri”.
Ma dal punto di vista legislativo nel resto del continente continua a muoversi qualcosa con insistenza. Lo dimostra l'EGTA, l'associazione europea delle case di vendita televisive e radiofoniche, che ha stipulato con l'EGBA un nuovo codice di condotta sulla pubblicità responsabile del gioco online, un accordo che è la prima iniziativa continentale per la pubblicità del gioco online e che consentirà di aprire la strada a regole comunitarie e condivise per la pubblicità.
La novità del codice consiste nell'introdurre misure di protezione del consumatore e si applica a tutti i membri EGBA e ad altre società di gioco con sede nell'Unione Europea. Per ora è stato approvato da cinque associazioni nazionali (quelle di Danimarca, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi e Norvegia) ma molte altre si allineeranno. La pubblicità, ha sottolineato Maarten Haijer, segretario generale di Egba, è ancora la piattaforma e il mezzo fondamentale per informare il consumatore dei siti web regolamentati, in maniera tale da allontanarlo da quelli illegali.
La pubblicità, insomma, aiuta il gioco legale, protegge i minori e tutela gli interessi dei giocatori. In Europa lo stanno capendo sempre più stati. In Italia, invece, l’hanno capito in pochi.
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