I dati negli anni della pandemia sottolineano un comparto in grande difficoltà, senza una regolamentazione omogenea: ecco le prospettive per il 2023 e gli obiettivi fissati dalla Uiltucs e tutela dei lavoratori
Il settore del gioco pubblico in Italia è da sempre particolarmente attenzionato, oggetto della volontà di cambiamenti e di una più rigida tutela che, nel corso degli anni, fa fatica a prendere il largo.
La regolamentazione presente, infatti, mostra un paradosso: da un lato prevede concessioni rilasciate dall’autorità dell’ADM a livello nazionale, dall’altro demanda talune modalità di esercizio alle singole regioni, portano così a un quadro generale di disomogeneità e disparità.
Lavoratori del gioco pubblico, un ampio settore ancora alla ricerca di maggiore tutela
Ad essere in difficoltà non solo l’intero comparto, ma in particolar modo i lavoratori dello stesso, in attesa ormai da tempo di un quadro normativo coerente su territorio nazionale e di linee guida omogenee. Il 2023 potrebbe finalmente essere l’anno del potenziale cambiamento e dell’ambizioso miglioramento dell’intero settore. Non solo per il rilassamento post pandemico e per via di una netta ripresa della curva legata ad ogni settore del gioco, ma anche per l’avvento del nuovo Governo che potrebbe rimettere mano al progetto del Sottosegretario al MEF del Governo Draghi, Federico Freni, e riprendere dunque una legge delega già pronta e definita.
A prospettare, in una lunga intervista a Pressgiochi, le esigenze dei lavoratori del comparto, è stato Paolo Andreani, il nuovo segretario generale della Uiltucs, l’Unione italiana lavoratori turismo, commercio e servizi.
Molto chiare, in particolar modo, le prospettive legate alla tutela dei lavoratori del gioco pubblico e alla regolamentazione. Il sindacato Uiltucs, infatti, già in passato è più volte sceso in campo per rappresentare i lavoratori del comparto, i quali rappresentano un’ampia fetta dell’economia nazionale ma che spesso sono oggetto di pregiudizi rispetto all’attività che svolgono. Le difficoltà incontrate si sono persino triplicate in questi ultimi anni, con l’intero ramo falcidiato dalle restrizioni covid, chiudendo per un lungo lasso di tempo le sale.
Per la prima volta, lo scorso 26 marzo 2021 si è riunita l’assemblea nazionale di settore con oltre mille tra delegati e lavoratori, programmando una giornata di mobilitazione nazionale del comparto del gioco legale per il successivo 12 maggio. La stessa ha avuto luogo in contemporanea presso le Prefetture di tutti i capoluoghi di Regione e davanti alle sedi dei consigli e delle giunte regionali, per puntare alla veloce riapertura delle attività garantendo almeno un reddito base alle persone che avevano perso il lavoro, sostenute economicamente solo dalle indennità previste per l’emergenza sanitaria.
Un passo importante per l’intero comparto del gioco pubblico, che funge da slancio per il futuro. L’idea prioritaria del sindacato Uiltucs, è affidarsi ad una regolamentazione omogenea, con leggi di respiro nazionale, chiare e uniche per tutti che non creino confusione o differenze.
La proposta di Andreani è quella di costituire un tavolo nazionale coordinato dai ministeri competenti che preveda la partecipazione attiva al contempo di Istituzioni, Agenzia dei Monopoli, associazioni d’imprese e lavoratori, creando una sinergia forte, eterogenea e duratura, ascoltando tutte le parti in causa. Il tutto, indipendentemente dalla composizione del Governo e dal suo colore. Il segretario ricorda come dal 2014 sia presente tra gli obiettivi del Documento di economia e finanza una legge quadro sul gioco pubblico: un primo accordo era giunto nel 2017, ma mai diventato un decreto attuativo, così come accaduto in altri paesi del mondo come il Brasile.
L’iter burocratico però, vede delle scadenze che, nei prossimi mesi, renderanno la situazione ancor più complessa: a marzo 2023 scadranno le proroghe inerenti al bingo, a giugno 2023 quella annuale di slot e macchine da bar. Inoltre, tra le richieste del settore c’è la necessità della delega di settore da parte del Ministro dell’Economia, in modo da affrontare temi e problematiche con estrema professionalità e conoscenza.
Migliorie contrattuali e intensificazione della formazione
La tutela dei lavoratori del comparto del gioco pubblico resta quindi prioritaria. Per raggiungerla, sono necessari - secondo Andreani - due step migliorativi: il primo di ordine contrattuale, con maggiorazioni salariali e organizzazione del lavoro. Il secondo riguarda invece le professionalità, con costante formazione e qualificazione, studiando nei minimi dettagli il problem solving nel rapporto con l’utente, gestendo e prevenendo anche i casi di gioco patologico.
In quest’ultimo aspetto, sarà fondamentale dare ampio risalto al gioco legale, con la curva sempre discendente di quello illegale: è parere diffuso, infatti, che la strada del proibizionismo non sia quella giusta per la lotta alle ludopatie.
Già in occasione della pandemia, alla chiusura dell’offerta legale dislocata sul territorio, abbiamo visto come il processo di migrazione verso l’illegale sia stato repentino e come abbia portato a un raddoppio di arresti e di chiusure delle sale non legali sul territorio nazionale. Guardando però il bicchiere mezzo pieno, si sottolinea un ottimo lavoro di ricerca delle Istituzioni e degli enti preposti, lasciando così spazio, con la normalizzazione delle sale fisiche e dell’online, all’ampliarsi dell’offerta del gioco legale in ogni sfaccettatura.
Un ruolo fondamentale sarà quello dell’educazione civica e della formazione morale e conoscitiva a partire dalle giovani età e dagli adolescenti, sottolineando i rischi del gioco patologico e le differenze tra gioco legale, illegale e assuefazione.
Sfiducia da parte delle banche: la penalizzazione di piccole e medie imprese di un settore lecito
Paradossalmente, negli ultimi anni, gli operatori di gioco legale in Italia, sono stati fortemente limitati anche dal de-risking da parte delle banche. Molte imprese del settore hanno riscontrato numerose problematiche nel proseguire secondo le normative vigenti proprio a causa delle decisioni di alcuni istituti bancati di chiudere i loro conti correnti o persino negare l’apertura di nuovi flussi.
Un ostacolo ulteriore che i lavoratori del gioco pubblico hanno dovuto affrontare nel periodo pandemico, dopo le chiusure forzate che hanno condotto gli utenti, in massa, a proseguire le sessioni di gioco nei casinò online più sicuri, a discapito del canale fisico.
Insomma, molte banche hanno precisato di non gradire soggetti la cui attività prevalente sia legata al gioco, creando così una palese discriminazione per lavoratori che operano in un campo del tutto legittimo. A soffrirne non sono solo le piccole e medie imprese, ma l’intera economia italiana, poggiata in larga parte su aziende di questo tipo, spesso a gestione familiare.
Negli ultimi mesi, molti esponenti politici si sono esposti a riguardo, puntando il dito sull’inammissibile discriminazione subita, con l’impegno ad individuare misure, anche transitorie, di prosecuzione per l'attuale sistema in sinergia con le nuove convenzioni di concessione e i molteplici interessi di tutte le parti in causa.
L’ultimo problema da affrontare, in questi ultimi mesi, per un rinnovo del comparto gambling e per la tutela dei lavoratori, è quello del rincaro energetico. Si - forse - del più gestibile dei problemi, che il sindacato Uiltucs propone di risolvere con un temporaneo snellimento degli orari notturni nel caso delle sale fisiche, con una differenziazione per giorni e fasce d’utenza.
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